Societing4.0 è la risposta mediterranea al concetto di industria 4.0 in coerenza con il contesto italiano fatto principalmente di piccole imprese con un approccio tradizionale alla produzione. Il Mediterraneo così come pensato da Franco Cassano, nella sua opera “Pensiero meridianoâ€, uno spazio del pensiero, luogo dell’elaborazione dei conflitti e delle differenze.
Il Mediterraneo presenta uno scenario ricco sul piano storico e culturale, che ha visto il passaggio, il conflitto e la combinazione di  popoli, lingue e civiltaÌ€ differenti. Questa si puoÌ€ definire una storia caratterizzata da tradizioni e innovazioni, chiusure e aperture, dove ai fanatismi si alternavano tolleranze, e ancor piuÌ€ le dichiarazioni di principio venivano contrapposte agli intrighi con il nemico. Si eÌ€ rivelato essere uno spazio difficile da dominare, in alcuni casi, a causa di continue minacce e cambiamenti. Lungo i confini storici delle sponde del Mediterraneo si poteva giaÌ€ parlare di rete e unitaÌ€ tra cittaÌ€ e borghi situati. L’elemento unificante va ricercato nella “proiezione spaziale dei rapporti sociali â€, proprio cosiÌ€ come accade oggi in tutto il mondo nella societaÌ€ delle reti.
La nostra collaborazione più forte è con l’Università di Napoli Federico II. Napoli, il piuÌ€ importante hub che unisce culture e popoli diversi nel mezzo del Mar Mediterraneo. Una metropoli dove da sempre si ricerca e pratica la possibilitaÌ€ di un’accettazione tragica dei conflitti, che non necessariamente devono prevedere un vincitore e un vinto ma che possono comportare continue ed evolutive possibilitaÌ€ di convivenza. Un valore alla base di ogni ricerca scientifica che voglia superare i confini dell’ovvio per indagare nuove e virtuose forme di progresso. L’UniversitaÌ€ di Napoli Federico II eÌ€ la prima universitaÌ€ laica del Mondo, una istituzione globale situata alle porte del Mediterraneo ed avverte la responsabilitaÌ€ di essere storicamente al centro di un inesorabile processo evolutivo.
Studiamo temi quali Impresa 4.0, social innovation, tecnologie civiche, economia circolare, biotecnologie evolute. Sappiamo che il concetto di innovazione repentinamente negli ultimi anni va sempre più riferendosi a nuove idee che trovino soluzioni a sfide sociali, culturali, economiche e ambientali a beneficio delle persone e del pianeta. A ciò si aggiunge un altro ingrediente fondamentale: il protagonismo civico parte attiva degli interventi d’innovazione. Per rispondere alla crisi del welfare state, accanto all’innovazione tecnologica guidata dai mercati e dalla finanza, si sta diffondendo la consapevolezza di restituire ai centri del sapere e della ricerca il ruolo di guida nei processi di innovazione. Il che significa favorire l’attuazione della terza missione dell’università.
In Italia eÌ€ alto il rischio di scimmiottare il modello della Silicon Valley. Un modello che puoÌ€ fornire grandi ispirazioni, ma che tuttavia eÌ€ basato su di un tipo di economia influenzata dal principio ‘winner takes all’ . Un modello che puoÌ€ anche funzionare in realtaÌ€ metropolitane come Londra o Berlino, percheÌ in ognuno di questi luoghi sono presenti i giganti dell’economia digitale (Google, Amazon, Uber, ecc.) capaci di attirare talenti e acquisire piccole imprese. Quel modello di business degli startupper, infatti, mira a creare un capitale reputazionale (o hype) spendibile nelle dinamiche finanziarie dei giganti della new economy. Ovviamente solo in pochissimi ci riescono. E gli altri? Non ci sembra un modello sostenibile per l’Italia degli oltre 8.000 comuni, un’Italia che eÌ€ al centro di una nuova complessitaÌ€, tra Africa, Paesi Mediorientali ed Europa.
Rispondere all’invito che ci fa il contemporaneo, nell’età delle reti, significa adoperarsi per creare ponti tra istituzioni culturali e società civile, tra aree interne e rurali e bacini metropolitani, tra micro-piccole e medie imprese e corporazioni internazionali, tra strutture istituzionali di ricerca e la moltitudine di iniziative dal basso e di esperimenti quotidiani che ci suggeriscono nuove strade per uscire dal “fallimento†del presente.