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TECNOCENE

TECNOCENE: Arti visive | tecnologie digitali | mondi possibili

TECNOCENE: arti visive, tecnologie digitali, mondi possibili è il titolo del ciclo di mostre a cura di Into the Black Box in collaborazione con Bianca Cavuti e il centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

Secondo alcuni studiosi staremmo vivendo all’interno dell’Antropocene: l’era in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala tanto locale quanto globale dagli effetti dell’azione umana.

La proposta di utilizzare il termine Antropocene (Anthropocene) viene dal chimico olandese Paul Jozef Crutzen – premio Nobel nel 1995 – per attestare geologicamente la conclusione del cosiddetto Olocene. Pur nella sua brevità, il manifesto antropocenico redatto nel 2000 elenca i capisaldi argomentativi dell’idea di Crutzen: la sua convinzione che, di fatto, ci troviamo già all’interno di una nuova epoca geologica e l’analisi di quei parametri che possono attestare oggettivamente il climax ascendente della variabile antropica negli ultimi tre secoli (il tasso di accrescimento demografico, l’urbanizzazione, lo sfruttamento dei combustili fossili, il cambiamento climatico, la concentrazione dei gas serra). Le attività umane – scrive – sono divenute talmente profonde e pervasive da rivaleggiare con le grandi forze della natura.

L’Antropocene si è presto rivelato, al di là delle stesse intenzioni dei suoi promotori, una costruzione costitutivamente ambigua, che esprime tanto un’epoca quanto, se non soprattutto, un “discorso”, una weltanschauung (visione del mondo). Sul fronte epistemico delle Scienze Umane, “Antropocene” è diventato un termine di uso comune, un vero e proprio trend topic del dibattito culturale.

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Volendo rileggere in questi termini la celeberrima frase heideggeriana, “l’essenza dell’Antropocene non è nulla di antropocentrico” nel senso che – se opportunamente posto in questione – l’Antropocene si rivela molto diverso da un Umanesimo 2.0, da quella Age of Humans che l’etimo del termine accende nell’immaginario collettivo.

L’Antropocene emerge come epoca della tecnica.

Lungi dall’essere human driven, infatti, i cambiamenti cruciali nella nostra epoca sono stati apportati dall’avvento delle tecnologie digitali e dalla loro applicazione rapida e pervasiva nella società. Alcuni studiosi preferiscono allora parlare di Tecnocene: un’era storica – quella in cui siamo immersi – caratterizzata dagli algoritmi, dalle piattaforme, dall’intelligenza artificiale, dai Big Bata e dalle tecnologie 4.0. Un momento preciso dell’evoluzione del capitalismo che porta al superamento del concetto stesso di umano verso orizzonti ibridi quali il cyborg o il post-umano.

Il ciclo di mostre dal titolo TECNOCENE nasce dalla volontà di raccogliere e mettere in dialogo alcuni tra i più interessanti lavori dedicati all’esplorazione artistica delle tecnologie digitali e alla critica del loro impatto sociale.

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TECNOCENE | Into The Black Box

Le artiste e gli artisti in mostra operano inserendosi nel solco di quelle fratture che si sono aperte nella società contemporanea per metterle in crisi e sovvertirne il senso. Andando oltre il mito dell’innovazione, mettono allora in luce le zone d’ombra. Quello che viene fuori sono i rapporti di sfruttamento, le dinamiche di potere, ma anche la possibilità di immaginare pratiche di resistenza, mondi alternativi e futuri possibili.

DAMSLAB
DAMSLab | La Soffitta – unibo

TECNOCENE si compone di tre mostre differenti che copriranno l’arco temporale di una settimana al mese, per tre mesi, a partire dal 19 Marzo 2022. Tutti gli appuntamenti, ad ingresso gratuito, si terranno al DAMSLab di Bologna.

La prima mostra, dal titolo Lavorare stanca (19/24 marzo 2022), domande indubbiamente scomode per un’epoca come la nostra prendendo come oggetto di riflessione il rapporto tra tempo e lavoro in un mondo in cui il confine tra vita privata e vita lavorativa si va sempre più assottigliando. Ragiona su questioni come il diritto all’ozio, il rifiuto del lavoro e il ruolo dell’automazione all’interno delle dinamiche lavorative. Con uno sguardo ironico e perturbante, Silvio Lorusso ci catapulta all’interno di una riflessione sul rapporto problematico tra il tempo dedicato al lavoro e quello delle pause e dei momenti di distrazione, mentre Guido Segni mette in atto un affascinante esperimento in cui esseri umani e macchine collaborano in maniera creativa; WUXU propone invece un focus sul fenomeno del tangping, ragionando in questo modo sul tema del rifiuto del lavoro.

Produci!Consuma! (23/28 aprile 2022) è il secondo evento sotto il segno di TECNOCENE e propone una riflessione sull’impatto della platform economy sulle nostre vite e sulle nostre abitudini tramite i lavori di Paolo Cirio, !Mediengruppe Bitnik ed Emilio Vavarella.

In Che fare? (14/19 maggio 2022), l’ultima delle tre mostre, il duo artistico Disnovation.org e il collettivo RAGE cercano di aprire finestre su scenari futuribili e di mostrare possibili strategie di resistenza (e di esistenza), per immaginare mondi altri.

Fonti e approfondimenti: In to the Black Box