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Omaggio al pensiero di Bernard Stiegler: Franco Vitale e il dialogo interscientifico

Il compito del programma di ricerca-azione Societing 4.0 – e contestualmente della task force di Rural Hack – è quello supportare i processi di innovazione favorendo il dialogo interscientifico tra attori differenti. Alla luce di quanto accade in un universo sempre più tecnologico e algoritmico costellato di problemi sempre più impattanti (basti pensare alla siccità che sta colpendo il Po – che si ritrova con un terzo dell’acqua che dovrebbe avere –, alla questione energetica e alla crisi pandemica dovuta ad un virus che muta e che è tutt’altro che sconfitto) ragionare a compartimenti stagni non è più una possibilità. Occorre assumere una prospettiva epistemica che accolga e sia in grado di comprendere, letteralmente prendere insieme, la complessità che caratterizza la società ed il mondo contemporanei. 

I cambiamenti ed i processi di innovazione, come si legge nel Manifesto del Societing 4.0, non sono fini a se stessi e non possono essere predefiniti, in quanto prodotti da processi di confronto, scambio e reciproco apprendimento (…) Il cambiamento si può realizzare solo con la partecipazione e il protagonismo di tutti i soggetti e gli attori presenti in ogni (eco)sistema. 

Tra i riferimenti teorici che stanno alla base della ricerca-azione Societing 4.0 ci sono grandi nomi che, del dialogo interscientifico si sono fatti fautori e promotori attivi. Tra questi Bernard Stiegler, per noi un riferimento imprescindibile, alla cui memoria si stanno tenendo, presso l’Université Paris Nanterre, tre giornate di approfondimento. Un dialogo interscientifico dal titolo De la philosophie à l’organologie, et au-delà? Penser le devenir des savoirs dans l’exosomatisation numérique. Hommage à la pensée de Bernard Stiegler (tr.it Dalla filosofia all’organologia, e oltre? Pensare al futuro della conoscenza nell’esosomatizzazione digitale. Omaggio al pensiero di Bernard Stiegler) che tenta di interrogare le sfide filosofiche, epistemologiche e politiche del paradigma “organologico”.

Bernard Stiegler

Per portare il pensiero organologico (quello che vede le tecnologie come “organi esosomatici”, protesi dell’individuo) a dialogare con diversi campi teorici (dalla teoria della conoscenza alla teoria politica, passando per l’estetica, la psicoanalisi) al fine di esplorare le seguenti domande:

  • in che modo la considerazione dell’esosomatizzazione nel “divenire umano” implica un rinnovamento delle teorie filosofiche o tecnologiche?
  • in che modo la considerazione dell’esosomatizzazione nel “divenire umano” implica un rinnovamento delle teorie filosofiche o scientifiche contemporanee?
  • come gli attuali cambiamenti tecnologici influenzano la pratica della conoscenza, la vita psichica degli individui e la vita collettiva delle società?
Prof. Franco Vitale

Si tratta di un convegno internazionale a cui parteciperanno studiosi di varia nazionalità. Dall’Italia, in qualità di relatore per la seconda giornata di lavori (21 giugno), c’è Francesco Vitale – professore di Filosofia presso l’Università degli studi di Salerno ed attento studioso della relazione che sussiste tra arte, scienza, tecnologie e società.

Ecco, di seguito, una piccola anticipazione del prof. Vitale che ci racconta del convegno e – nello specifico – del suo intervento.

Nel 1982, François Châtelet, Jacques Derrida, Jean-Pierre Faye e Dominique Lecourt hanno presentato una relazione al Ministro della Ricerca e dell’Industria francese per la fondazione di un Collegio Internazionale di Filosofia. L’idea era quella di sostituire “il rapporto tra filosofia e conoscenza come era stato fissato nel modello di istituzione universitaria dominante in Occidente dall’inizio dell’era industriale”, facendo dialogare le diverse discipline accademiche in una prospettiva “interscientifica”, senza abbandonare le questioni filosofiche ed epistemologiche.

Trent’anni dopo, in un libro intitolato Etats de choc. Bêtises et savoirs au XXIème siècle pubblicato nel 2012, Bernard Stiegler ha ripreso questo progetto di “interscienza”, che si proponeva di articolare con una prospettiva organologica. L'”organologia generale” proposta da Stiegler designa una “nuova organizzazione delle relazioni tra le discipline”, basata su un pensiero del relazioni tra organismi psicosomatici, organi tecnici e organizzazioni sociali. Nasce così un nuovo progetto transdisciplinare, che assume sia la costitutività tecnica dell’esistenza umana e la condizione artefattuale della conoscenza razionale – due domande che sono diventate essenziali in un momento in cui domina l’ideologia transumanista e si annuncia la “fine della teoria”.

Quarant’anni dopo il rapporto per la fondazione del Collegio Internazionale di Filosofia, dieci anni dopo la sua reinterpretazione da parte di Bernard Stiegler, in un contesto pandemico che ha messo le tecnologie digitali al centro del dibattito pubblico, un dialogo interscientifico dal titolo De la philosophie à l’organologie, et au-delà? Penser le devenir des savoirs dans l’exosomatisation numérique. Hommage à la pensée de Bernard Stiegler (tr.it Dalla filosofia all’organologia, e oltre? Pensare al futuro della conoscenza nell’esosomatizzazione digitale. Omaggio al pensiero di Bernard Stiegler).

Il mio intervento verte sulle condizioni di possibilità di un dialogo interscientifico che sia all’altezza delle sfide che si stagliano all’orizzonte dell’umanità nell’Antropocene, focalizzando l’attenzione sulla necessità di una “farmacologia” dell’epistemologia in grado di isolare gli effetti patologici che possono produrre le importazioni di paradigmi più o meno fondati tra scienze umane e scienze cosiddette dure, contagiando l’uno e l’altro versante di “epistemologismo”, secondo la definizione che ne diede Jacques Derrida in La mitologia bianca (1971).

In particolare, l’intervento si concentra sulla strana convergenza che è possibile riscontrare tra le speculazioni cosmologiche che si fondano sull’entropia termodinamica – “la morte termica dell’universo” – e le speculazioni freudiane sulle pulsioni di morte – “il ritorno ad uno stato inerziale della materia quale fine della vita”. Lo scopo è mostrare che tali teorie, pur essendo prive di un fondamento scientifico universalmente riconosciuto, nella loro convergenza che è possibile riscontrare, per esempio, in Claude Lévi-Strauss e Georges Canguilhem, sono all’origine di quel “nihilismo antropologico” che per Stiegler costituisce la più grave minaccia per le iniziative che è necessario intraprendere per costituire una “società neghentropologica”. 

Giunto in Italia per la presentazione di Platone digitale, Bernard Stiegler sottolineava quanto ci sia bisogno di molto lavoro di invenzione per ripensare radicalmente i modelli teorici dominanti e l’interpretazione della realtà, “questo è un messaggio che mi risuona forte –  afferma Alex Giordano, direttore scientifico di Societing 4.0 – un messaggio che è per me archetipo del nostro modello mediterraneo che immagina di addomesticare le tecnologie per favorire la  ricomposizione della frammentazione attuale, così da ri-definire visioni di possibili futuri, favorendo l’apprendimento individuale e quello collettivo”.