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Industry 4.0 – La sperimentazione di un modello mediterraneo

In che modo si sta applicando il modello tedesco di Industry 4.0 all’Italia? È possibile prendere un modello di innovazione come quello, pensato per le imprese tedesche, ed applicarlo alle imprese italiane? Come si declina questo modello in un contesto fatto da imprese piccolissime e artigianali, come quello del Sud Italia?

Abbiamo cercato di rispondere a queste domande in questo nuovo paper che si intitola Industry 4.0 – La sperimentazione di un modello mediterraneo.

Si tratta di un “percorso a cannocchiale” che parte con una rapida premessa sulle principali differenze tra il modello economico tedesco e quello italiano; passa alla presentazione della strategia italiana di Impresa 4.0, contestualizzandola rispetto all’attitudine delle imprese italiane verso l’innovazione; infine arriva alla descrizione dell’esperienza realizzata in Campania dalle Camere di Commercio di Caserta e Salerno, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e UnionCamere, attraverso PIDMed, il Punto Impresa Digitale Mediterraneo.

Nella seconda sezione, quella che presenta il sistema di governo ideato per la realizzazione del Piano Impresa 4.0, si propone anche un focus sugli 8 Competence Center che nel disegno nazionale sono stati immaginati come attori-chiave per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica applicabile al sistema delle imprese.

Il documento si chiude con l’intervista fatta al Professor Alex Giordano, coordinatore del progetto PIDMed.

La complessità dei processi di innovazione digitale per le imprese a distanza di due anni dall’attuazione del primo Piano Industria 4.0 (ribattezzato Impresa 4.0) è evidente: il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, in una lettera inviata al Sole 24ORE ha sottolineato, la difficoltà di ampliare a una platea più grande di imprese i benefici immaginati e messi a disposizione.

Coerentemente con quanto diciamo nel nostro paper, i dati che il Ministro ha messo a disposizione dicono che i 2/3 degli incentivi sono andati a imprese medio grandi e che solo 95 imprese hanno effettuato investimenti in beni di valore superiori ai 10 milioni di euro e 233 sono state interessate da progetti di ricerca e sviluppo di valore superiore ai 3 milioni di euro.

Questi processi di cambiamento necessitano, secondo noi, di un sistema di relazione tra attori che non possono essere gli stessi nei contesti socio-economici nei quali manca la grande impresa e le grandi filiere e che si ritrovano, spesso, all’interno di distretti che sono anche territoriali. Dove un’azienda anche medio-piccola appartiene ad un sistema imprenditoriale complesso, infatti, sono le imprese più grandi e strutturate a guidare i processi mentre nelle realtà come quelle incontrate da PIDMed è stato necessario trovare chiavi di interazione diverse. La proposta di introdurre tecnologie 4.0 è passata dalla mediazione di uno staff di persone che hanno incontrato gli imprenditori presso le loro aziende, hanno ascoltato le storie delle imprese e hanno fatto da ponte tra le soluzioni mappate presso i Centri di ricerca coinvolti e le criticità evidenziate, in modo spontaneo, dagli imprenditori.

È molto importante che venga data continuità ad attività di ricerca e azione che siano attente alle specificità delle realtà alle quali si rivolgono. Inoltre è fondamentale creare ponti tra discipline, attori, significati, metodi, territori, tradizione e innovazione generando idee, esperienze e soluzioni che possono produrre valore collettivo. Il lavoro non è solo sulle imprese, quindi, ma su quell’intelligenza collettiva che mette insieme persone, tecnologie, singoli e comunità verso la generazione del bene comune.

Noi riteniamo che serva un tempo da dedicare alla formazione e alla crescita ecosistemica dei processi di innovazione tecnologica e sociale. Per questo è decisivo sostenere una diffusa alfabetizzazione a vantaggio di una distribuzione condivisa dei poteri e delle responsabilità delle/nelle comunità. Ciò crea gli anticorpi e i dispositivi che possono favorire il cambiamento ed “evitare che intelligenze artificiali -cioè intelligenze che agiscono in autonomia, attraverso le macchine o attraverso dispositivi sociali-economici-tecnici-politici-militari-religiosi… – condizionino in modo negativo la vita delle persone”* (cit. dal Manifesto di Societing 4.0).

Scarica il paper Industry 4.0 – La sperimentazione di un modello mediterraneo.