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È tempo di agire contro il culto dell’usa e getta

“Una scia di distruzione sociale ed ecologica”, così il The Guardian descrive l’impatto della vita dei prodotti che utilizziamo, il loro ciclo di consumo e spreco.

Oggi è un prodotto alla moda e domani (molto rapidamente) è già spazzatura: il tema è di quelli molto caldi, parliamo della durata dei prodotti che acquistiamo, di oggetti più o meno di uso quotidiano e del fatto che in un tempo incredibilmente rapido diventano spazzatura ormai priva di qualsiasi utilità e senso. Molti la chiamano obsolescenza programmata e noi siamo circondati da prodotti “usa e getta” che hanno appunto un ciclo vitale pianificato, soprattutto nel settore elettronico: gli auricolari AirPod della Apple, ad esempio, sono realizzati in modo che le batterie al litio che contengono stiano ben salde all’interno attraverso una colla speciale che ne rende impossibile la sostituzione nel momento in cui si esauriscono o si usurano.

Nell’Unione Europea (anche in Gran Bretagna) e in 14 degli stati USA, è stata introdotta di recente una legislazione sul diritto alla riparazione, che penalizza i produttori i cui prodotti sono destinati a rompersi, quindi appositamente programmati per avere vita breve. Questa legge, in qualche modo, costringe le aziende a creare prodotti che possano essere recuperati e riparati più facilmente. Certo, nonostante questo tipo di legislazione rappresenti un passo enorme per quanto riguarda gli impatti positivi sull’ambiente e la società, l’economia circolare ha ancora molta strada da fare, ma provate a pensare ad un futuro prossimo dove il cotone verrà preso da vecchie camicie usate e non più dai campi, dove l’oro verrà estratto da vecchi computer e non dalle miniere di minerali… Pensate che già oggi le medaglie olimpiche dei Giochi di Tokyo sono state realizzate con i metalli ricavati dai rifiuti elettronici della Nazione.

Molte aziende, anche importanti, stanno già provando delle strade di progettazione circolare per dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo più, non si tratta solo del semplice riciclo, ma della possibilità di riparare quello che già abbiamo allungandone il ciclo vitale, dell’occasione unica di avere oggetti nuovi senza il bisogno di sfruttare le nostre risorse naturali ormai al limite.

Fonte e approfondimenti: TheGuardian