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Musei e tecnologia: le 5 innovazioni più adottate

La pandemia da COVID-19 ha avuto un forte impatto sull’ecosistema culturale e dei musei ponendolo di fronte a nuove sfide, ma anche a nuove opportunità in risposta alle mutate esigenze degli utenti. Questo periodo è stato caratterizzato da crisi, innovazione, ansia e, al contempo, da introspezione per tutte le imprese, in particolare i musei. Il divieto di spostamento, se non per motivi di estrema necessità, ha messo in crisi i modelli di business delle gallerie d’arte e dei musei; le fiere e gli eventi sono state cancellate e hanno preso piede le online viewing room.

Negli ultimi anni l’offerta delle istituzioni culturali si è orientata sempre più verso un modello digitale: fino alla metà del 2020, una delle ricerche condotte dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano ha registrato un insospettato disinteresse degli “addetti ai lavori” in merito agli strumenti tecnologici; oggi, invece, – stando ad ulteriori indagini – quasi metà dei musei, monumenti e aree archeologiche italiane propone laboratori e attività didattiche online (48%), così come tour e visite guidate (45%). È cresciuto anche il numero di musei che hanno pubblicato una versione digitalizzata della collezione sul proprio sito web (dal 40% del 2020 al 69% del 2021), mentre il 13% ha sperimentato anche l’arricchimento della propria offerta con uno dei trend del momento: i podcast.

Il grande vantaggio che gli strumenti digitali presentano è che tendono ad avvicinare le persone non soltanto sotto il profilo della distanza fisica: le “nuove” tecnologie consentono, infatti, di creare prossimità tra il visitatore ed il museo anche a livello psicologico, di facilitare l’accesso all’informazione e di renderla più fruibile per l’utente finale con un conseguente aumento dei numeri.

Un effetto positivo del passaggio al digitale è stato per molti musei l’acquisizione di un pubblico nuovo e più diversificato. Le offerte digitali sono divenute più visibili e disponibili aprendosi a coloro che non hanno potuto visitare il museo di persona, ma consentendo loro di vagare per le sale digitali e vedere cosa hanno da offrire le collezioni museali, spesso ben oltre i vincoli di allestimenti espositivi.

Ma quali sono le tecnologie più in uso?

In un articolo, Advisor – il magazine online di Museums + Heritage (società editrice e di eventi indipendente, ma anche una comunità di persone che lavorano nel mondo dei musei, del patrimonio e delle attrazioni culturali) – espone alcune delle innovazioni tecnologiche che, negli ultimi tempi, sono state maggiormente adottate dai contesti museali.

Mapping

Questa tecnologia consente alle superfici esistenti di prendere vita tramite contenuti virtuali multimediali; può essere utilizzata per mettere in luce le caratteristiche di edifici storici, dare vita a forme specifiche o illuminare strutture costruite su misura per un’installazione. Può essere utilizzata sia in esterno che in interni.

Un esempio sono le mostre immersive come la Claude Monet the Immersive Experience. Prorogata fino al 31 maggio 2022 la mostra – che si tiene a Napoli nella seicentesca Chiesa di San Potito, nei pressi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – è un’esposizione site specific con esperienza immersiva e realtà virtuale. Un grande evento internazionale che arriva nella città partenopea dopo i successi ottenuti a Barcellona, Bruxelles, Milano e Torino.

Claude Monet the Immersive Experience a Napoli | Napoli da Vivere

Oppure la “Basilica di cristallo”. È un suggestivo video mapping architettonico, ideato e curato da Marco Capasso Studio Creativo, in occasione della manifestazione “Il Natale di Francesco”. Commissionato dal Sacro Convento di Assisi, con il contributo di Enel Energia, il progetto è un omaggio a San Francesco e al suo presepe.

L’audio binaurale

Si tratta di un particolare tipo di audio che replica il modo in cui gli esseri umani sentono naturalmente; i suoni così registrati producono un effetto naturale come se si sentisse effettivamente il suono (in realtà registrato) all’interno dello spazio. Questo crea un’esperienza coinvolgente che consente ai visitatori del museo di sentirsi parte della mostra. In altre parole, l’audio binaurale consente ai visitatori di “ascoltare” in 3D.

Display olografici

Questa tecnologia consente di aggiungere una terza dimensione agli ambienti e agli elementi visivi.

Tra i musei che utilizzano questo strumento al massimo dei suoi effetti c’è il Museo dell’Olocausto a Los Angeles, che ha debuttato con un ologramma a grandezza naturale della stilista Renee Firestone sopravvissuta all’Olocausto.

Un esempio tutto partenopeo è invece Sirena Digitale. Sita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli – MANN, l’installazione/progetto di ricerca – con il coordinamento scientifico di Lello Savonardo per il Dipartimento di Scienze Sociali e di Luigi Gallo per l’Istituto ICAR-CNR – valorizza e promuove il patrimonio culturale, artistico e musicale partenopeo. Si tratta di un prototipo olografico di un’artista interattiva che, sotto forma di ologramma, interpreta il repertorio della canzone classica napoletana in versioni multilingue.

Realtà Virtuale e aumentata

Sebbene sistemi di realtà aumentata e virtuale siano una tecnologia consolidata che rimodella il modo in cui i musei e le mostre vengono visualizzati, ora vengono sfruttati per creare interi musei virtuali.

La Galleria degli Uffizi si può visitare comodamente da casa e gratuitamente. Basta collegarsi al sito per ammirare 10 sale meravigliosamente digitalizzate ad alta definizione. I visitatori virtuali possono ammirarne i capolavori e ottenere interessanti informazioni sull’opera e sull’autore con un semplice click del mouse. Il gioiello tecnologico del Museo, in poco più di un mese dal lancio, ha superato le 1,9 milioni di visualizzazioni.

Monitoraggio intelligente

Alcuni musei utilizzano la tecnologia per monitorare il flusso di visitatori e capire come le persone vivono le loro mostre. I dati vengono utilizzati per migliorare l’esperienza del fruitore fornendo contenuti in linea con gli interessi dei visitatori.

Il Museo dell’Opera del Duomo di Siena è tra quelli che hanno adottato nuove tecnologie per facilitare questo processo. Il monitoraggio può essere effettuato tramite le connessioni wi-fi, la biglietteria online e, nel caso del museo d’arte italiano, attraverso l’installazione di sensori 3D. Utilizzando dei sensori di conteggio delle persone è possibile automatizzare e contingentare (qualora fosse necessario) il flusso degli utenti così da consentire una migliore fruizione dei percorsi.

 

Info e approfondimenti: Advisor